Atleti: 8 errori mentali da non commettere durante lo stop alle attività
Nel tempo delle quarantene e del sistematico annullamento di tutte le competizioni sportive, l’aspetto mentale rappresenta un’essenziale fonte di sicurezza per tutti gli atleti che si trovano a misurarsi con un periodo atipico, pieno di incertezze e vuoti di agonismo.
Vorrei in questo breve post concentrarmi su alcuni errori generali che cerco di far evitare ai miei atleti e che possono peggiorare sensibilmente la potenzialità prestativa nella fase di ripresa (auspichiamo nel breve-medio termine) delle gare e delle competizioni:
- PROCRASTINAZIONE
In assenza di tempi certi per una prossima gara o per il completamento della stagione sportiva, il rischio è quello di procrastinare obiettivi ed azioni già stabiliti, facendosi prendere dal senso costrittivo di attesa degli eventi esterni. Molti degli scopi individuali sviluppati dall’atleta nel suo programma personale (il goal setting) possono essere, se non in modo completo, almeno parzialmente raggiunti, attraverso accortezze e necessari adattamenti ai quali sono obbligati. Quel che conta, in questo senso, è il lavoro su obiettivi che possano fornire all’atleta un feedback progressivo (ad esempio in relazione al lavoro atletico di “semplice” mantenimento dello stato di forma), pur dovendo lavorare lontano dal normale luogo di allenamento, sia esso il campo, la pista, la palestra o la piscina.
- ASSENZA DI OBIETTIVI
Il vuoto agonistico produce la percezione che non ci sia “nulla” da raggiungere. Il che segnala un piccolo campanello di allarme sul lato motivazionale intrinseco. Il miglioramento passa attraverso molteplici step di crescita personale che riguardano non solo tempi, vittorie o sconfitte, ma anche l’accrescimento di parametri personali soggettivi, ad esempio di natura mentale, alimentare o formativa. È importante che un atleta sfrutti questo periodo indagando “zone” carenti, utili poi al ripristino dei normali ritmi sportivi (vedi allenamento mentale)
- ABBANDONO DELL’ALLENAMENTO MENTALE E CURA ESCLUSIVA DEL CORPO
Per chi già è solito seguire percorsi di allenamento mentale, la quarantena sembra far scivolare l’atleta verso alcune “bucce di banana” psicologiche, per cui in assenza di gara, sembra superfluo allenare la testa. Nulla di più sbagliato. La testa è L’UNICO modo con cui restare in contatto con le sensazioni tipiche dell’allenamento o della gara. In questo senso, il vuoto di agonismo richiama alla necessità di VISUALIZZARE gesti tecnici e situazioni tattiche o di gara, mantenendo vivo il legame con l’agonismo. Certamente non va fatto a casaccio, ma con metodo.
Pertanto, occuparsi solo del mantenimento fisico ed atletico, pur essendo quanto mai importante, rischia di produrre sforzi incompleti.
È importante che un atleta ricordi a se stesso che un corpo allenato senza una mente pronta, non va da nessuna parte.
- ISOLAMENTO
Restare a casa non significa perdere contatti con il proprio staff o i propri compagni. Anzi. Confrontarsi almeno settimanalmente con i propri allenatori o preparatori, facilita la possibilità di restare ancorati ai propri obiettivi, linguaggi ed abitudini di relazione. L’isolamento progressivo a cui il vuoto agonistico può portare rappresenta un ostacolo evidente al mantenimento del proprio focus sull’impegno sportivo.
- SOTTOVALUTAZIONE DEL LATO TEORICO E DELL’APPRENDIMENTO
Il fatto che un atleta non possa allenarsi al 100% non significa che non possa curare il lato teorico della performance. Studiare, seguire corsi, seminari ed approfondimenti è quanto mai importante per prepararsi alla ripartenza. Esistono numerosissime proposte formative anche gratuite che possono migliorare l’apprendimento e le competenze dell’atleta sul piano motorio, alimentare, psicologico, culturale.
- CAMBIAMENTO ECCESSIVO DEI RITMI
Uno degli aspetti più importanti in fase di costrizione casalinga, è il mantenimento di abitudini simili a quelle quotidiane. Mi riferisco, se non alla logistica degli allenamenti, ai tempi e ritmi di allenamento (ad esempio mantenendo le stesse fasce orarie e durate di sempre). Non soltanto. Alzarsi orientativamente alla stessa ora, prepararsi al mattino come se l’atleta dovesse affrontare la stessa giornata di sempre (scuola o lavoro compresi) aiuta a non stravolgere i suoi ritmi psicologici e biologici. Ciò costituisce una preventiva ancora di salvezza essenziale a limitare il riadattamento che inevitabilmente sarà necessario quando l’attività ripartirà. Prevenendo, tra l’altro alterazioni che producono il rischio di un peggioramento della qualità del sonno.
- TRASCURATEZZA ALIMENTARE
Lasciarsi andare sul piano alimentare può produrre conseguenze importanti sotto molti profili: non solo fisici (con l’aumento ponderale) ma anche psicologici (senso di colpa e successivo stress da restrizione alimentare in fase di ripartenza). Importante fare attenzione a non stravolgere le proprie abitudini nei pasti.
- SOTTOVALUTAZIONE DELLE RIPERCUSSIONI DEL DISTANZIAMENTO SOCIALE ALL’AVVIO
Chi parte consapevole, parte avvantaggiato. In molti sport, il momento del ripristino degli allenamenti e della gare, sarà probabilmente caratterizzato da nuove abitudini o rituali, a seguito del distanziamento sociale al quale saremo chiamati ancora per un po’ di tempo. Pertanto meglio informarsi da fonti affidabili e capire progressivamente quali saranno le regole da seguire in ogni disciplina sportiva.
Inoltre, il distanziamento produce nuovi linguaggi ed abitudini culturali che hanno reso il contatto fisico un “nemico” della salute pubblica, Nello sport, tale aspetto è quasi sempre determinante e potrebbe non essere così banale riprendere dimestichezza con il contatto con il corpo dell’avversario avendo dovuto allargare notevolmente lo spazio personale.
Dr Fabio Ciuffini
Psicologo dello Sport & Mental Trainer
Per consulenza a distanza
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