La Peak Performance nell’atleta
Evento unico quindi? Peak Performance non è necessariamente sinonimo di irripetibilità. Anzi.
Al convergere di una serie di situazioni atletiche, motorie, psicologiche in grado di determinare quel mix perfetto tra attivazione fisiologica, attenzione, concentrazione e motivazione, la Peak performance può essere obiettivo certamente ripetibile e raggiungibile con maggior frequenza.
Un obiettivo che, se perseguito con consapevolezza, può consentire comunque un innalzamento medio della prestazione nel tempo, purché esso sia naturalmente ben identificato, ponderato, misurato e rispetti i principi di raggiungibilità e rilevanza, fondamentali nello sport.
Secondo Garfield e Bennet (1984) è possibile individuare alcune condizioni mentali in grado di determinarne l’insorgenza:
- Il Rilassamento Mentale (calma, concentrazione, rallentamento temporale)
- Rilassamento fisico
- Fiducia ed ottimismo nei confronti della gara
- Focalizzazione sul presente (capacità di gestire i motivi di distrazione relativi a pensieri sul passato o sul futuro)
- Energia Psicofisica elevata (la “carica”)
- Intensa consapevolezza (del proprio corpo e del contesto)
- Senso di Isolamento (rispetto all’ambiente ed ai suoi possibili condizionamenti)
Lo Stato di Flow risulta dalle indicazioni scientifiche come una perfetta sinergia tra le attività dell’emisfero destro e sinistro del cervello e quindi tra razionalità, coordinazione del gesto motorio (emisfero sinistro), gestione dell’emotività, delle immagini e dei movimento automatizzati (emisfero destro).