Una delle domande più frequenti che mi vengono rivolte dai genitori di giovani atleti che accedono al servizio di Mental Training, è la seguente:
► Se parliamo di gestione dell’ansia da prestazione, è chiaro che la possibilità di comprendere meglio le dinamiche sportive (personali e contestuali) che determinano l’attivazione di agitazione o panico elevati nel pregara, comporta anche che l’atleta riesca piano piano a capire in che modo sia possibile rilevare (anche con l’aiuto dello Psicologo) elementi analoghi tra i banchi di scuola. preparandosi a prevenirli o affrontarli al meglio.
► Nel Mental training parliamo di strategie che possono agevolare l’atleta a trovare un equilibrio emozionale in grado di supportarlo sia nell’espressione della performance sportiva che in quella scolastica. Soprattutto laddove l’atleta venga stimolato a trasferire i concetti discussi con il linguaggio sportivo nell’ambito della sua quotidianità. Ciò consente di individuare “zone di prestazione ottimali” non solo in piscina, in campo, in palestra ma anche..in classe!
► Naturalmente nel MT sportivo alleniamo attenzione e concentrazione, evidenziamo i fattori di distrazione ed insegniamo all’atleta alcune tecniche di focalizzazione che possono aiutarlo ad ottimizzare le proprie risorse mentali in relazione al tempo disponibile per lo studio pomeridiano. Aspetto essenziale per migliorare la compatibilità tra scuola e sport.
► Parliamo anche di assertività, comunicazione e relazione, facendo possibili parallelismi tra il ruolo dell’allenatore e quello dell’insegnate, cercando di comprendere in che modo il ragazzo/a possa sviluppare relazioni positive in funzione sia dei propri atteggiamenti e personalità che di quelle dell’allenatore/insegnante, imparando anche ad esprimere con equilibrio pensieri, idee ed emozioni. Idem per quanto concerne le dinamiche di squadra o di “classe” che, seppur differenziate negli obiettivi finali, hanno aspetti sovrapponibili.
► Approfondiamo dinamiche motivazionali, determinanti nello sport come a scuola. L’atleta sviluppa cioè con il mental training maggiori conoscenze in relazione agli aspetti che possono motivarlo o demotivarlo, cercando fattori capaci di sostenere l’impegno nella direzione degli obiettivi prefissati (la cui definizione è parte integrante dell’allenamento mentale).
Lavorare sul ragazzo attraverso il linguaggio dello sport, influisce per “osmosi” anche sullo studio in quanto il giovane arricchisce la propria “cassetta degli attrezzi” personale di conoscenze e tecniche che può liberamente applicare anche nelle criticità che incontra nel coltivare il proprio profilo formativo e professionale.
Non vi nego che quando un ragazzo o una ragazza non in grande sintonia con i libri, ma molto a suo agio nello sport, riesce a maturare attraverso il Mental Training nuove motivazioni anche nello studio, -beh – ciò rappresenta motivo di grande soddisfazione per il binomio “psicologo dello sport-atleta”.
Oltre che, naturalmente, per la diade “mamma-papà!” 😉