►Proteggere il territorio
►Cercare occasioni di riproduzione
►Lottare per procurarsi cibo
Il primo ed il terzo elemento hanno evidente legame diretto con lo sport
Aggredire l’avversario significa, in pratica, “proteggere” il proprio corpo o il proprio spazio di azione personale o collettivo da un lato, ed agire “proattivamente” allo scopo di creare valide condizioni per prevalere nella competizione (“Procurandosi valide occasioni di vittoria).
►Prendere l’iniziativa
►Attivarsi per migliorare le circostanze in atto in gara
►Crearne di nuove
►Provocare il cambiamento piuttosto che adattarsi passivamente alle circostanze
►Agire attivamente per ottenere un vantaggio od un miglioramento dello status quo
►Eseguire gesti tecnici in autonomia ancora prima che essi siano suggeriti da un istruttore/allenatore/preparatore
►Individuare soluzioni innovative
L’aggressività positiva richiede la presenza di una notevole sensibilità e competenza nella gestione emotiva, necessaria per prevenire che l’energia funzionale al vantaggio competitivo non diventi aggressività distruttiva (rabbia), sostanzialmente dannosa per un adeguato mantenimento della concentrazione ed una proficua capacità di analisi, presa di decisione e problem solving durante la prestazione.
Aggressività positiva è anche infime sinonimo di resilienza, ovvero il mantenimento di un atteggiamento positivo e costruttivo anche in situazione di gara di grande difficoltà (pensiamo ad un pugile costretto all’angolo dal suo avversario) in cui l’atleta deve adattarsi con efficacia a situazioni di svantaggio senza perdere la lucidità d’azione e l’obiettivo prefissato.