Atleti in panne e calo prestativo: “Aiuto! Non mi riconosco più!”
Alcune esempi? “Gareggio ma non sono io“. “Mi sembra di aver perso il mio temperamento“. “Non mi è mai capitato nulla di simile..non reagisco, sembra quasi che…non siano fatti miei“.”Non trovo la forza di reagire perché non capisco cosa mi succeda. Eppure non ci sono problemi specifici..“
Denoto con grande piacere che lo sblocco si attiva già nel momento in cui l’atleta ha davanti alcune opzioni, frutto della ricostruzione fatta insieme a lui di situazioni, dinamiche, elementi tecnici etc.. che ad un tratto rappresentano tasselli di un puzzle che acquisiscono un senso.
Il passaggio dallo sconforto allo stupore, da uno stato depressivo ad uno fortemente proattivo è quasi immediato.
Se dovessi fare un elenco sintetico delle cause più ricorrenti, potrei citare:
- la qualità motivazionale dell’atleta (non quanta motivazione ha, quindi, ma di quale natura essa sia).
- esperienze pregresse di infortunio non del tutto superate
- difficoltà di natura relazionale
- criticità di tipo ambientale
- ansia da prestazione (collegata spesso a quella che definisco “fatica del perfezionista patologico”)
- percezioni di aver intrapreso strade sbagliate
A seguito di un periodo di duro lavoro fatto di approfondimenti, definizione di nuovi obiettivi e di una ristrutturazione dei significati dati dall’atleta ad alcune esperienze ed episodi sportivi, gradualmente riemerge la consapevolezza delle proprie capacità e, spesso, una nuova linfa motivazionale che riattiva mentalmente e fisicamente l’atleta superando il calo della performance.