Ma entriamo nel dettaglio:
Si parla di Locus of Control Interno quando l’atleta sente di essere in grado di determinare autonomamente le proprie azioni e i risultati ottenuti in funzione della propria possibilità di agire sugli eventi.
Si definisce Locus of Control Esterno il processo mediante il quale l’atleta attribuisce a fattori esterni a sé (es. situazionali, contestuali, caso, fortuna, destino) la probabilità di un risultato.
Il Locus esterno deresponsabilizza l’atleta rispetto alla possibilità di un intervento attivo sulle cose (utile invece a sviluppare proattività), interagendo in modo evidente anche sul suo dialogo interno.
Possiamo infatti evidenziare alcuni atteggiamenti generali dello sportivo in funzione della qualità del suo Locus of Control:
- Disfattismo: l’ambiente, la situazione, il contesto della performance è ritenuto troppo ostile per determinare esiti positivi (es. “oggi non è giornata, andrà tutto male”)
- Dipendenza: è il caso, la fortuna, a determinare l’esito degli eventi (“solo chi ha veramente fortuna vince”)
- Credenza prescrittiva: vengono intraviste possibilità di azione, ma un sentimento di sfiducia determina comunque un affidamento finale alla “sorte” (es. “se non piove, giocherò meglio”)
- Autoresponsabilizzazione: il ruolo personale giocato dall’azione attiva viene riconosciuto come essenziale e determinante, stimolando la pianificazione dell’azione (“la mia prestazione dipende prima di tutto dalla mia capacità di mantenermi concentrato“)
- Proattività: l’ambiente crea opportunità che possono essere colte solo mediante azione diretta e sforzo personale (“se sfrutto al meglio il vento, farò una bella discesa”)