Sé ideale meno Sé Reale. Uguale?

Nell’ormai lontano 1987 il Professor Tony Higgins introdusse un’importante teoria Psicologica, ovvero la Teoria della Discrepanza del Sé, secondo la quale il benessere psicologico individuale deriva dalla differenza esistente tra le cosiddette “Guide del Sé” -ovvero il Sé Ideale (quello che vorremmo essere) ed il Sé Imperativo (quello che sentiamo di dover essere) – ed il Sé Reale (ossia ciò che pensiamo di essere).

In sintesi, la nostra considerazione di noi stessi è fortemente legata a parametri di riferimento che, indipendentemente dal giudizio esterno, condizionano in modo decisivo la nostra autostima ed anche il nostro senso di efficacia nel far fronte alle varie situazioni.

Se da un lato infatti l’autostima è indubbiamente influenzata da ciò che accade attorno a noi, non vi è dubbio che anche quello che accade dentro di noi ha una sua fondamentale importanza.

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Quante volte sentiamo dire, specialmente dopo fatti di cronaca che..”in fondo quella persona aveva tutto, non le mancava niente...”. Eppure l’infelicità assume manifestazioni talvolta così violente ed improvvise che esternamente, appaiono prive di qualunque spiegazione.
Ma cosa accade quando tra il Sé reale e quello ideale c’è una differenza sostanziale, ovvero quando ciò che vorremmo essere non coincide, dal nostro punto di vista, con quello che siamo?
Normalmente la reazione emotiva, secondo la teoria di Higgins, si caratterizza per sentimenti di delusione, di amarezza e anche di modesta attivazione fisiologica che, a lungo termine, favoriscono stati di depressione, di disistima, di cattivo funzionamento del sistema immunitario.
E quando la differenza si riferisce al Sé imperativo, ovvero a quello che pensiamo dovremmo essere, ma non siamo?

La risultante è spesso un senso di colpa e di imbarazzo ed una conseguente elevata attivazione fisiologica, spesso associata a stati di ansia.

Naturalmente, tali processi acquisiscono forza e consistenza soprattutto in quelle persone dotate di particolare autoconsapevolezza, ovvero uno stato di spiccata coscienza di sé che ci impone di misurarci con canoni interni.
In una prossima “puntata”, cercherò di entrare nel dettaglio di altri aspetti relativi alla cosiddetta “autofocalizzazione“.

Dr Fabio Ciuffini,
Psicologo a Prato, Altopascio e zone limitrofe (Lucca, Montecatini).
Consulenza Psicologica per adulti. Psicologia Sport e Lavoro
Albo Psicologi Regione Toscana n°4521
Tel. 320-0298136

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