Ansia sportiva: desensibilizzare l’atleta ai fattori che la generano

In che modo è possibile affrontare  e superare l’ansia sportiva di un atleta?

Sono molti i fattori in grado di incidere sugli aspetti emotivi legati alla competizione (aspettative, senso di obbligatorietà di raggiungere prestazioni di alto livello, stress elevato, attivazione fisiologica eccessiva) ed altrettanto numerose sono le conseguenze negative di un eccesso di ansia, tra le quali:

  • prestazioni inadeguate
  • incapacità di mantenimento della concentrazione
  • senso di oppressione e difficoltà respiratoria
  • battito cardiaco accelerato
  • dialogo interno negativo
  • nervosismo o agitazione
  • difficoltà nel controllo delle emozioni

Affrontare l’ansia da parte di un atleta significa innanzitutto comprendere adeguatamente quali sono i fattori che la generano e quale sia pertanto il loro grado di intensità e di priorità.

Questo dato consente di affrontare in modo programmato e ponderato un processo graduale di desensibilizzazione dai fattori ansiogeni, attraverso l’ausilio sia del colloquio con lo Psicologo dello Sport (e mediante test o questionari) sia di attività parallele di fondamentale importanza come il rilassamento e l’imagery.


Tecniche in..pillole

Una volta che l’atleta è stato supportato nell’analisi e nell’attribuzione di intensità delle situazioni sportive o extra sportive che producono stati d’ansia specialmente nel pre-gara, emerge la possibilità di:

  • attivare risposte antagoniste rispetto a quelle messe in atto dinanzi alla situazione che crea disagio (come la fuga, il senso di oppressione, la deconcentrazione rispetto al compito da effettuare etc..)
  • sviluppare consapevolezza degli antecedenti e delle conseguenze dell’ansia
  • maturare conoscenza migliore delle risposte emotive e corporee associate all’ansia preagonistica
  • affrontare (prima in modo immaginativo, poi in modo reale) le varie situazioni avendo acquisito strumenti in grado di favorire il ripristino di stati mentali efficaci alla performance atletica
  • diminuire il livello di tensione muscolare (ad esempio con l’ausilio di un tipo di rilassamento denominato RMP (rilassamento muscolare progressivo) che l’atleta impara ad applicare gradualmente “dal vivo” alle situazioni reali che si presentano all’approssimarsi della competizione.

Normalmente queste attività risultano molto efficaci nel gestire i disagi correlati all’ansia sportiva e nel prevenire evoluzioni più strutturate del disturbo ansioso.

In tal senso diventa di fondamentale importanza anche rendere l’atleta consapevole di cosa realmente sia l’ansia, quali siano i meccanismi che la contraddistinguono, distinguere tra ansia positiva e negativa. Conoscere i vari “tipi” di ansia.
Un approccio psicoeducativo garantisce infatti non solo la possibilità di affrontare l’ansia negativa, ma anche e soprattutto di conoscerla meglio e di allearsi positivamente con quella tensione fisica e mentale che può garantire, se ben gestita, performance di alto livello.

 

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