7 elementi che portano l’atleta a superare i propri limiti

Guardare quell’atleta che ogni volta riusciva a ripartire e sbalordire tutti, dimostrando una resilienza ed una forza interiore così grande, da ragazzino mi affascinava sempre.

Molte volte mi sono chiesto cosa riuscisse, al di là della condizione atletica, ad innescare in lui quel momento magico in cui, alzandosi sui pedali, riusciva a scattare e strabiliare tutti su strade di montagna tanto impervie quanto affascinanti.
 
Insomma, poteva essere solo una questione di strategia? Solo condizione atletica? No.
Ho sempre pensato che ci fosse una componente emotiva in grado di attivare alcune risposte, in specifici momenti, capaci di renderlo più forte di ogni ostacolo
.

Cosa accade quando un atleta improvvisamente sembra “accendersi” nel momento di difficoltà estrema, nonostante la fatica o la tensione visibile, raggiungendo livelli prestativi straordinari?

In linea di massima possiamo raccogliere alcune caratteristiche psicologiche principali presenti in atleti capaci di questo tipo di reazioni:

 

  1. Resilienza
    L’atleta riesce a fronteggiare la difficoltà non limitandosi a resistere, ma attivando risorse capaci di attivare risposte funzionali al ripristino di condizioni mentali e fisiche positive.
  2. Motivazione Intrinseca
    Non è il premio, il successo, lo status o una qualche forma di riscatto sociale a guidare la risposta dell’atleta, bensì la propria motivazione personale a superare il momento critico. L’atleta apprende dall’errore, dalla fatica, dalle situazioni di difficoltà e àncora la propria capacità reattiva (anzi proattiva) a fattori che alimentano la sua fame di crescita, di miglioramento personale,  di sfida personale contro i propri limiti.
  3. Persistenza nella direzione dell’obiettivo
    La meta da raggiungere è definita, chiara e calibrata alle proprie potenzialità ma fortemente stimolante. Nella fase di “scatto” l’obiettivo è mentalmente ripercorso dall’atleta soprattutto quando la fatica prende il sopravvento.
  4. Permanenza di un dialogo interno efficace
    Il modo con cui l’atleta sviluppa i propri pensieri consentono da un lato di mantenere fiducia nei propri mezzi, dall’altro di orientare la propria attenzione verso tutto ciò che è utile a trovare energie utili a superare l’ostacolo.
  5. Focalizzazione consapevole
    La concentrazione è costante ma è anche capace di concedere spazio a momenti di recupero in cui lo sportivo sente la necessità di utilizzare strategie distrattive volontarie utili a ripristinare chiarezza mentale.
  6. Capacità di gestione dell’attivazione fisiologica
    La conoscenza di sé e dei propri ritmi e sensazioni corporee è in grado di guidare l’atleta nella “lettura” dei momenti di una gara e ciò lo rende abile nel controllare il proprio arousal (attivazione) in modo calibrato rispetto a come percepisce di sentirsi in una determinata situazione.
  7. Tolleranza alla frustrazione
    Solo chi rischia e decide di rischiare dando tutto è consapevole della possibilità che l’esito di un tentativo possa essere negativo. Motivo per il quale l’atleta è più soddisfatto dell’averci provato che non deluso dall’esito negativo potenziale.

 

Le Salite di Marco Pantani. Da Sfide, Rai 3

 

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