Meditazione ed esercizio fisico combinati: i vantaggi per l’atleta

Meditazione ed esercizio fisico combinati: i vantaggi per l’atleta
Ormai è ampiamente noto che acquisire utili competenze in tema di allenamento mentale da un lato ed costante pratica di rilassamento e imagery dall’altra, costituiscano per l’atleta un importante supporto utile a raggiungere livelli prestativi migliori, favorendo la capacità di fronteggiare ansia, stress o emozioni negative che intervengono nella pratica sportiva.
È altrettanto conosciuto il fatto che attività come il rilassamento e la meditazione (intese come pratiche strettamente correlate finalizzate a ristabilire equilibrio psicofisico alla persona) rappresentino strumenti utili nel fronteggiare umore negativo e stati depressivi più o meno rilevanti.
Allo stesso modo, la comunità scientifica conosce bene il ruolo che può ricoprire l’esercizio fisico nella prevenzione e riabilitazione del disagio psichico.
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Translational Psychiatry ha voluto capire in che modo la combinazione delle due tecniche (in particolare meditazione e successivo esercizio aerobico) possa influire nella riduzione dei sintomi della depressione maggiore evidenziando come appena 8 settimane di allenamento siano capaci di limitarne del 40% l’entità.
In particolare, i risultati ( frutto di un lavoro realizzato mediante questionari, test e misurazioni dell’allenamento aerobico su un campione limitato ma comunque tendenzialmente interessante di 52 persone- delle quali 22 con disturbo depressivo maggiore -) hanno evidenziato:
  • Diminuzione dei pensieri intrusivi (ruminazione)
  • Decremento di ricordi autobiografici a valenza negativa
  • Aumento dell’attività neurale
  • Maggiore capacità di concentrazione grazie alla meditazione focalizzata
  • Consapevolezza emotiva
  • Chiarezza di pensiero
  • Miglior controllo emotivo
  • Percezione di incremento del benessere psicofisico
  • Migliore regolazione della frequenza cardiaca e respiratoria
Possiamo quindi affermare ulteriormente che l’allenamento mentale, specialmente in quegli atleti più predisposti a sbalzi umorali, ad ansia o a difficoltà nel controllo emotivo, consenta loro di acquisire nuove competenze capaci di ridurre:

 

  • le interferenze di stati d’animo negativi
  • l’influenza destabilizzante di ricordi legati a prestazioni o episodi di insuccesso
  • l’incidenza di fattori distraenti interni ed esterni
  • la difficoltà nel focalizzare l’attenzione verso stimoli o situazioni importanti
  • lo sviluppo di atteggiamenti negativi
  • il rischio di dannose esplosioni di rabbia
Pratiche come il rilassamento, la visualizzazione e la meditazione focalizzata possono rappresentare strumenti molto importanti nel ristabilire benessere psicologico generale all’atleta.
L’allenamento fisico, specialmente se immediatamente successivo alla pratica mentale, consentirebbe di rafforzarne e consolidarne gli esiti positivi favorendo pertanto stati mentali più funzionali a performance di livello.
Translational Psychiatry (2016) 6 , e726; doi: 10.1038 / tp.2015.225 

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