Le Emozioni dell’atleta : identificarle aiuta la performance

Davanti ad un campione o ad un talento fisicamente in forma, ma che delude clamorosamente le aspettative dei tecnici, dei tifosi o di una società in una gara importante o in una fase cruciale della stagione si nutre spesso un certo imbarazzo, dettato dalla difficoltà a “capire cosa sia successo“.
Si inizia allora a chiamare in causa il suo “carattere“, il suo “ambientamento“, il suo “stile di vita“, ma si osservano molto poco e da vicino le sue emozioni, che tuttavia possono essere determinanti per spiegare alcuni cali di performance inaspettati.
La domanda che un allenatore dovrebbe porsi è: quali emozioni ha provato un atleta durante una prestazione insufficiente? Se la sua ottima condizione fisica non spiega un calo di rendimento, è possibile che l’atleta abbia vissuto stati d’animo che lo hanno inibito?
Ed in caso di grande prestazione, quali sono le emozioni che invece lo hanno facilitato e quelle che al contrario avrebbero potuto ostacolarlo?
Questo tipo di quesito consente ad un tecnico di conoscere meglio i propri atleti.
Con l’aiuto di uno Psicologo Mental Trainer è possibile comprendere con adeguate tecniche quali siano le emozioni facilitanti e quelle inibenti intercorse durante una prestazione.
L’Emotional profiling permette infatti all’atleta di riconoscere uno stato d’ansia, una paura, un’aggressività inattesa, un senso di inquietudine o di turbamento, maturando consapevolezza di quali siano i contesti o i momenti di una gara in cui alcune difficoltà potrebbero emergere.
Distinguere lo stato emotivo facilita infatti la possibilità di applicare anche durante la partita tecniche capaci di valorizzare quelle emozioni che stimolano positivamente il calciatore nella performance e di ridurre parallelamente al minimo l’influenza di quelle negative. Una tecnica che si rende possibile solo laddove sia stato fatto un lavoro dettagliato di analisi delle emozioni facilitanti o inibenti sopravvenute sia in caso di prestazione positiva che di prestazione negativa.
Durante il pre-gara una preparazione psicologica anche di tipo emotivo adeguata al contesto che l’atleta andrà ad affrontare, potrebbe quindi risultare determinante.
Uno stadio completamente contro, o al contrario vuoto, genera ad esempio emozioni diverse che richiedono preparazioni differenziate. L’abitudine certo aiuta ma non basta.

 

Analogamente, un giovane talento che in un contesto ambientale di un certo tipo percepisce la pressione e l’attenzione smisurata nei suoi confronti (da parte dell’allenatore, della società o dei propri genitori), potrebbe provare paura, ansia, rabbia, oppure riuscire a trasformare l’attesa in speranza ed euforia, in funzione della consapevolezza sulle proprie emozioni vissute e delle proprie risorse personali.

Dr Fabio Ciuffini
Psicologo
ciuffinifabio@gmail.com

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