La qualità attentiva dell’atleta come fattore di vantaggio competitivo


La qualità attentiva dell’atleta come fattore di vantaggio competitivo
Per un atleta è molto importante non solo riuscire a mantenere la concentrazione, ma anche essere in grado di selezionare stimoli rilevanti interni o esterni capaci di orientare in modo funzionale la propria azione o il gesto tecnico, riuscendo inoltre a distribuire la propria capacità attentiva con efficienza.
Allenare l’attenzione significa quindi prepararsi a livello cognitivo a gestire e controllare proprio tali abilità mentale attraverso due step essenziali:

  • La conoscenza dei processi e degli stili attentivi di base
  • La pratica del rilassamento e della visualizzazione
Mentre il primo step consente all’atleta di prendere dimestichezza con alcuni concetti di base, il secondo (dopo adeguata preparazione) consente di esercitarsi a spostare il focus attentivo a livello verso una serie di stimoli selezionabili a livello non solo visivo, ma anche uditivo, tattile e olfattivo mediante l’impiego dell’imagery, incrementando con esercizio e costanza la capacità di cogliere in modo sempre più dettagliato gli stimoli che risultano rilevanti nella specifica disciplina sportiva.


Un calciatore ad esempio può allenarsi ad utilizzare le proprie abilità mentali per velocizzare ed ottimizzare la propria capacità di cogliere il movimento di un compagno, uno spazio libero in cui inserirsi, un particolare del terreno di gioco che può influire sull’esito di un passaggio, la presenza “pericolosa” di un avversario nella traiettoria della palla o in marcatura. 


Un nuotatore può imparare a spostare il focus verso pensieri, percezioni e sensazioni corporee determinanti durante una gara ed in grado di influire sulla fluidità delle bracciate o sulla loro frequenza.


Un tennista può imparare a valutare con maggior qualità le caratteristiche dell’avversario, imparare a gestire un fattore distraente esterno oppure spostare il focus della propria attenzione da uno elemento ambientale ad un uno motorio. 

Un ciclista potrebbe richiamare i propri obiettivi di gara in un momento di fatica o difficoltà estrema capace di togliergli energie psicofisiche oppure valutare con più precisione la qualità del manto stradale in una fase di discesa particolarmente veloce.

Alcuni studi hanno dimostrato ad esempio come la capacità di rilassarsi e di utilizzare una meditazione attentiva focalizzata (FAM) (che consenta di concentrare l’attenzione su un particolare aspetto percepibile dell’ambiente, ma anche proveniente dal corpo o dalla mente) consente ad una persona di discriminare in minor tempo tra informazioni irrilevanti e aspetti invece importanti ai fini dell’esecuzione di un compito o di una scelta facilitando il processo di adattamento alla circostanza competitiva ed il processo decisionale.

Un atleta che attraverso il Mental Training possa lavorare con costanza e dedizione a questo tipo di pratica ha la possibilità di raggiungere livelli qualitativi di percezione ed esecuzione migliori rispetto a quelli a cui è abituato, in virtù di un graduale potenziamento della propria abilità nel diminuire i tempi di reazione necessari a reagire a certi input durante una gara.

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