La Peak Performance nell’atleta

La Peak Performance nell’atleta

Assistiamo spesso a gare di nuoto in cui l’atleta supera i propri livelli di rendimento grazie ad una capacità fisica e mentale ottimale. Tappe in cui un ciclista sembra non esaurire mai energie mostrando una resistenza alla fatica ed una grinta strepitosa, vincendo gare difficili apparentemente non adatte alle proprie qualità.
Vediamo partite di calcio in cui l’attaccante segna ogni volta che tocca il pallone facendoso sempre trovare al posto giusto nel momento giusto, incontri in cui un tennista esegue colpi eccezionali uno dietro l’altro, sembrando a se stesso ed agli altri agile ed efficace come non mai. Divertendosi e facendo divertire.

 

Sono quelle prestazioni in cui i gesti atletici sono perfetti e restano impressi nella memoria e nella storia di un atleta, segnandone talvolta la carriera.
Questo tipo di situazione sportiva viene definita nell’ambito della Psicologia Sportiva “Peak Performance”, ossia prestazione perfetta, eccellente, al di sopra dello standard consueto di un atleta.

Evento unico quindi? Peak Performance non è necessariamente sinonimo di irripetibilità. Anzi.

Al convergere di una serie di situazioni atletiche, motorie, psicologiche in grado di determinare quel mix perfetto tra attivazione fisiologica, attenzione, concentrazione e motivazione, la Peak performance può essere obiettivo certamente ripetibile e raggiungibile con maggior frequenza.

Un obiettivo che, se perseguito con consapevolezza, può consentire comunque un innalzamento medio della prestazione nel tempo, purché esso sia naturalmente ben identificato, ponderato, misurato e rispetti i principi di raggiungibilità e rilevanza, fondamentali nello sport.

Ma cosa può facilitare il conseguimento di una Peak Performance? Esiste un training psicologico in grado di facilitare prestazioni così altamente performanti?

Secondo Garfield e Bennet (1984) è possibile individuare alcune condizioni mentali in grado di determinarne l’insorgenza:

  • Il Rilassamento Mentale (calma, concentrazione, rallentamento temporale)
  • Rilassamento fisico
  • Fiducia ed ottimismo nei confronti della gara
  • Focalizzazione sul presente (capacità di gestire i motivi di distrazione relativi a pensieri sul passato o sul futuro)
  • Energia Psicofisica elevata (la “carica”)
  • Intensa consapevolezza (del proprio corpo e del contesto)
  • Senso di Isolamento (rispetto all’ambiente ed ai suoi possibili condizionamenti)
La Peak Performance costituisce frequentemente il risultato del raggiungimento da parte dell’atleta del cosiddetto Stato di Flow, definibile come uno stato di leggerezza e freschezza atletica associato a soddisfazione, percezione di benessere e potenza fisica ideale.

Lo Stato di Flow risulta dalle indicazioni scientifiche come una perfetta sinergia tra le attività dell’emisfero destro e sinistro del cervello e quindi tra razionalità, coordinazione del gesto motorio (emisfero sinistro), gestione dell’emotività, delle immagini e dei movimento automatizzati (emisfero destro).

 

Il Mental Training è da questo punto di vista molto importante nel predisporre l’Atleta a gestire al meglio tutte le componenti strettamente correlate alla prestazione che sono in grado di aumentare la probabilità di pervenire a stati di Flow predittivi di prestazioni ottimali.

 

Un processo che avviene in modo adeguato soltanto laddove l’attenzione dell’atleta sia rivolta a tutti e 5 gli aspetti che influiscono sulla prestazione, senza tralasciare a gestioni occasionali o fortuite il rafforzamento di aspetti psicologici fondamentali nel determinare prestazioni e conseguenti risultati.
Dr Fabio Ciuffini 
Psicologo dello Sport
Albo Psicologi Regione Toscana n°4521 
Tel. 320-0298136

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