La gestione psicologica della “fatica” negli sport di resistenza


Cos’è la fatica da un punto di vista psicofisico?

Si tratta di uno stato di indebolimento conseguente ad uno sforzo eccessivo di natura fisica e/o psichico o ad un dispendio di prolungato di energie profuso in una qualsiasi attività (Galimberti)
La fatica, in pratica, determina una riduzione di rendimento, di prestazione, di funzionalità, di capacità di concentrazione a cui si accompagna un desiderio di interruzione dell’attività in corso.

In molti sport – soprattutto in quelli che richiedono una grandissima resistenza e sforzi notevoli per periodi di tempo prolungati (pensiamo al ciclismo ed alla maratona su tutti)  – il tema della fatica è senza dubbio centrale e costituisce uno degli ostacoli più rilevanti a cui l’atleta deve far fronte, non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologico.
Premesso che la fatica ed il recupero coinvolgono aspetti importantissimi legati all’alimentazione e ad attività motorie funzionali al ripristino di un benessere complessivo per l’organismo, le tecniche di mental training si inseriscono nell’insieme di quelle attività essenziali ad un miglior fronteggiamento dello stato di fatica, sia in itinere (quindi al suo verificarsi effettivo in gara), sia nel pre e nel post gara.

Le tecniche di mental training consentono infatti di gestire ed ottimizzare le energie psicofisiche (soprattutto grazie a strategie di rilassamento e visualizzazione), facilitando anche la rapidità con la quale l’atleta riesce a tornare su livelli energetici adeguati.

Il rilassamento (attraverso l’integrazione con tecniche di imagery che favoriscano ad esempio il monitoraggio dell’attivazione fisiologica) consente all’atleta di predisporsi allo sforzo in modo funzionale, sviluppando anche atteggiamenti positivi che aumentano in modo considerevole il livello di consapevolezza circa i segnali che l’organismo trasmette all’atleta durante l’esercizio fisico, anche da un punto di vista squisitamente emotivo.
In fase di gara
  • l’attivazione di stati mentali positivi
  • la capacità di spostare il focus dell’attenzione (attraverso una strategia distrattiva) dalla fatica verso stimoli, immagini, segnali particolarmente incentivanti dal punto di vista mentale e motivazionale

possono fare realmente la differenza, anche per evitare possibili fenomeni di overtraining.

Un’adeguata preparazione pre-gara (anche da un punto di vista strategico) che contempli la definizione di obiettivi prestativi e l’analisi degli step e risorse necessari a raggiungerli) favorisce nell’atleta la programmazione della gestione di quella che definisco “fase critica” ovvero quel momento in cui l’atleta vive statisticamente il momento di maggior difficoltà.
Se a fianco di tale programmazione e di un allenamento preparatorio focalizzato sull’anticipazione del momento critico, aggiungiamo una fase post gara in cui il rilassamento (nelle sue varie declinazioni) si affianchi al recupero fisico ed energetico, la capacità di adattarsi e superare la fatica intensa diventa un obiettivo certamente raggiungibile.
Soprattutto se la fatica non vien concepita come un “dramma” bensì come un segnale, che, se ben gestito, favorisce la crescita della performance diventando anch’esso momento allenante essenziale per l’atleta.

Dr Fabio Ciuffini 
Psicologo Prato Lucca Consulenza Psicologica
Psicologia dello Sport&Mental Training
Albo Psicologi Regione Toscana n°4521
 Tel. 320-0298136

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.