Infortunio e riabilitazione: quanto contano le aspettative di recupero?

Come varia in un atleta il dolore derivante da un infortunio?

Sappiamo molto bene quanto le caratteristiche individuali siano in grado di influenzare il modo con il quale un atleta affronta un incidente. Ogni sportivo ha una propria soggettiva soglia del dolore, che determina sia la capacità di tollerarne l’entità durante la competizione, sia la rapidità con la quale è possibile recuperare la forma fisica.
Se due atleti subiscono infatti lo stesso tipo di infortunio, da cosa dipende il fatto che uno recupera più velocemente dell’altro, a parità di condizioni contestuali e di cura?

Al netto di aspetti di natura motivazionale, che incidono moltissimo sull’intensità con cui viene effettuata la riabilitazione, c’è un aspetto di grande rilevanza da tenere in considerazione, ovvero quello emotivo.

Alcune recenti misurazioni effettuate presso il politecnico di Monaco di Baviera (TUM) mediante elettroencefalogramma (EEG) hanno dimostrato che le attività cerebrali in funzione nel momento della percezione del dolore variano in funzione di una serie di aspetti a tal punto che:

  • soggetti sottoposti a stimoli dolorosi ripetuti di diversa entità per 10 minuti percepiscono in modo differente gli stimoli della stessa intensità.
  • la somministrazione di un placebo modifica in modo rilevante la percezione del dolore, a causa del ruolo giocato dalla aspettative del soggetto esaminato. L’applicazione di creme sulla zona “colpita”, ha determinato infatti nei soggetti esaminati la riduzione del grado di dolore percepito nonostante la loro totale inefficacia clinica e farmacologica.
Il trascorrere del tempo (anche a causa di un processo di abituazione allo stimolo doloroso) e le aspettative maturate nei confronti di una cura, determinano pertanto che le attività cerebrali in azione nella percezione del dolore si spostino da un piano sensoriale ad uno psicologico.

Tale dato stimola alcune riflessioni utili all’atleta infortunato: l’elaborazione post-infortunio è una variabile di grande rilevanza nello sviluppo di atteggiamenti positivi nei confronti della riabilitazione, determinando la possibilità che il dolore venga percepito in modo significativamente diverso e predisponendo a recuperi più rapidi.

Il lavoro sulla componente emotiva del trauma subito (analisi dei vissuti legati al trauma subito, elaborazione delle emozioni negative, della paura, ricostruzione dell’immagine di se stesso come sportivo nuovamente integro) dovrebbe essere sviluppato allo scopo di fronteggiare adeguatamente lo stress che ne consegue, migliorando le aspettative relative alla qualità del recupero stesso.
Ciò consentirebbe di affiancare alla riabilitazione atletica quello psicologica, agevolando la possibilità che l’infortunio venga vissuto come esperienza e non come fattore di cronica destabilizzazione.
Dr Fabio Ciuffini
Psicologo a Prato, Altopascio e zone limitrofe (Lucca, Montecatini).
Consulenza Psicologica per adulti. Psicologia Sport e Lavoro
Albo Psicologi Regione Toscana n°4521
Tel. 320-0298136

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