Il Mental Training e l’acquisizione di competenze

Le aspettative che ruotano attorno alla preparazione psicologica dell’atleta favoriscono l’idea per la quale l’intervento dello psicologo dello sport debba essere richiesto soltanto laddove lo sportivo abbia un problema da risolvere: ansia da prestazione, stress, difficoltà di concentrazione, scarsa autostima, mancanza di autoefficacia.

Non vi è dubbio che l’allenamento mentale sia un validissimo sostegno nell’individuazione di una strada percorribile che consenta allo sportivo di ritrovare fiducia nei propri, mezzi, capacità di concentrazione oppure un migliore controllo in situazioni di disagio di vario tipo.

La preparazione psicologica non è tuttavia soltanto una “cassetta degli attrezzi” utile in casi di emergenza, bensì rappresenta una risorsa essenziale in un processo fondamentale di crescita sportiva e personale dell’atleta. 

Ovvero, la possibilità di acquisire competenze e tecniche in grado di potenziare la prestazione atletica favorendo la cura del talento non solo dal punto di vista tecnico, motorio e fisico, ma anche da quello mentale, emotivo, psicologico.

Ci sono quindi 2 categorie di possibili utenti di un percorso di Mental Training:

1. L’atleta che ha una difficoltà transitoria da superare
2. L’atleta che, pur non avendo particolari difficoltà contingenti, è deciso a migliorarsi

In entrambi i casi è determinante il piano motivazionale, ovvero la forte determinazione e ricerca di nuove soluzioni e processi, utili ad attivare le proprie risorse personali (talvolta nascoste od offuscate da momenti critici) oppure a potenziare la CONOSCENZA allo scopo di arricchire le possibili modalità con le quali ricercare un incremento del livello prestativo.